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La Domenica Master Sportiva….del Mercoledì

A cura di Patrizio Cecchinelli

Fino ad oggi abbiamo sempre parlato di atleti, gare, medaglie, piazzamenti e campi gara. Per poter gareggiare occorrono però figure indispensabili come chi lavora “dietro”, negli uffici gestendo i flussi di informazione che pervengono dal campo gara o chi, sul campo, gara si occupa del delicato lavoro in pre chiamata per arrivare ai cronometristi ed ai giudici di gara.

A queste si aggiungono altre importanti figure come il Presidente, il Coach e le altre persone che seguono e permettono alle sqaudre Master di gareggiare ed allenarsi.

 

L’intenzione, a partire da questa news, è intervallare i resoconti delle gare con approfondimenti su questi  attori che rendono possibili le nostre domeniche in acqua e proseguire nel tempo con un breve profilo degli atleti della squadra.

Programma ambizioso ma che spero goda dell’aiuto di tutte le ranocchie e dello Staff DDS.

Per la prima di queste news abbiamo scelto di porre alcune domande ad un arbitro che nuota (anche) in DDS. Da quest’intervista, che ci permette anche di sapere come siamo visti “dall’altra metà della vasca”, escono diversi spunti interessanti; su tutti quella di creare una sorta di decalogo del comportamento in gara (ma direi anche in riscaldamento) per gli atleti Master.

Ringraziamo Delia per essersi prestata ad essere intervistata per il tempo che ci ha dedicato e le auguriamo Buona Fortuna per il suo prosieguo da giudice arbitro.

Buona lettura.

Arbitri  Una immagine a rappresentativa di tutti gli arbitri di nuoto

D: Cominciamo dalle presentazioni: nome, età (basta anche “enta” o “anta”, non ci formalizziamo), stato civile, e numero di figli
R: Delia, 49, coniugata, due figli

D: Da quanto tempo arbitri gare di nuoto?
R: Sono entrata nel GUG nella primavera del 2014, e sono stata coinvolta dal papà di una atleta che nuota con mio figlio minore. Seguo le gare di nuoto dal 2007 in qualità di genitore e ho visto nel GUG un’opportunità di entrare sul piano vasca.

D: Mai pensato di “passare dall’altra parte” e gareggiare oltre ad arbitrare?
R: Mi è stato chiesto più volte di gareggiare, ma non sono in grado di sopportare i carichi di allenamento a causa di traumi pregressi

D: Come ti è nata l’idea di arbitrare e, soprattutto, farlo con il nuoto?
R: Nuoto in Dds sin dal 1993, ed ininterrottamente dal 2001, i miei figli rispettivamente dal 1996 e dal 2003. Il minore a livello agonistico dal 2007, ed ora nuota nei Nuotatori Milanesi specialità: nuoto, fondo e salvamento. Il maggiore ha dovuto smettere dopo propaganda perché non in possesso di certificato agonistico (causa il riscontro di aritmie). Ho pensato che potevo essere più utile sul piano vasca che sulla tribuna: ero stufa di  sentire i commenti di tanti genitori che si improvvisano tecnici allenatori ( e magari non sanno neanche nuotare),  non sanno ciò che fanno i loro figli in acqua,  la fatica che provano durante gli allenamenti e di come si sentono quando una gara va male.

D: Quale percorso hai dovuto seguire per diventare arbitro?
R: Ho seguito un corso che è durato 5 lezioni da due ore e mezza ciascuna, ho studiato lo statuto degli ufficiali di gara, il regolamento del nuoto, la casistica.  Ho superato un test iniziale per aspirante, seguite due gare con tutor per affiancamento e successivamente convocata in base alla mia disponibilità per coprire i vari incarichi sul piano vasca. Dopo un anno ho superato l’esame per effettivo e  frequento regolarmente gli aggiornamenti a cui vengo convocata.

D: Qual è stato il momento più buffo a cui hai assistito?
R: Ne ricordo un paio di decisamente buffi: il primo durante una gara Master un tuffo di un +60 che ha perso il costume, perché indossato in modo scorretto. Invece in una gara di esordienti B per la foga un atleta si è tuffato con gli occhialini non ancora indossati e il cartellino Fin appeso al collo.

D: E quello più commovente?
R: Un ragazzo che nei 1500 sl si è fermato ai 1300 perché non riusciva più a nuotare. Ho pianto con lui perché so che cosa ha provato.

D: Il movimento Master, secondo te, è cresciuto rispetto a quando hai iniziato ad arbitrare?
R: Non saprei dire. Cresciuto rispetto a cosa? Nel numero dei partecipanti? Il numero è sicuramente aumentato. Nella qualità del nuoto? È più o meno la stessa: tanta forza e poca tecnica. Nella disciplina degli atleti durante le manifestazioni? Spesso irrispettosi di noi arbitri e degli stessi colleghi di nuoto

D: Hai mai gareggiato da Master e,se non lo hai fatto, hai mai accarezzato questa idea?
R: Mai gareggiato. Idea accarezzata si, ma subito cancellata causa di alcuni traumi pregerssi che non mi consentirebbero di caricare correttamente durante gli allenamenti

D: Come sono i Master quando arrivano prima di salire sul blocco?
R: Alcuni esagitati, altri ansiolitici, l’adrenalina provoca differenti reazioni.

D: E dopo la gara?
R: Spesso delusi e a volte eccessivamente esaltati ed egocentrici, spesso invadono le corsie degli atleti che devono terminare la propria gara.
Sarebbe necessario un decalogo  dell’Atleta Master con una serie di regole che insegni loro dove finisce la loro libertà ed inizia quella degli altri atleti come loro, a prescindere dai risultati e dall’età e dalla squadra.
(Alcuni sono viziati perché appartenenti ad una società piuttosto che ad un’altra).

D: Devi dire a qualcuno che è stato squalificato, magari a fine di un 1500 stile, a cosa pensi?
R: Mi sento male al pensiero, ma quando entri sul piano vasca sei soggetto alle medesime regole e se non le rispetti, devi essere giudicato, altrimenti regnerebbe l’anarchia sul piano vasca.

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